Intanto da Napoli si corre ai ripari. Alle prime notizie vaghe e frammentarie che non avevano consentito di comprendere appieno la gravità della situazione, hanno fatto seguito le notizie di prima mano fornite dall’equipaggio della «Santa Dorotea» giunta dal porto di Messina. «Sire, la Calabria è in ginocchio» ha riferito a Ferdinando IV l’equipaggio della fregata. E il Re invia subito nei territori dei suoi domini colpiti dal terribile flagello il nobile campano nonché maresciallo di campo Francesco Pignatelli nella veste di suo vicario generale con poteri di alter ego .
«L'annunzio della fatale sventura pervenne assai presto appiè del Trono; […] si credette da prima che dovessero solo compiagnersi i disastri dell'infelice Messina; ma, per colmo di pena, tosto si uscì d'inganno, e si venne a scoprire tutta la lagrimevole sorte della Calabria ulteriore. […] In tale durissimo stato di cose il cuore di Ferdinando IV, nostro adorabile Re, e Signore, sentì tutto il peso dell'acerbo fato, col quale morte crudele dal suo paterno seno tanti diletti figli ne scelse; e di preziose lagrime ne onorò la perdita, e la memoria. L'Augusta Maria Carolina d’Austria, nostra graziosissima Regina, provò tutto l'affannoso tormento di sventura sì grave, e presa da' sentimenti della più bella pietà, sollecita accorse intorno al Trono a proteggere la dura sorte de' miseri, e de' languenti. […] Fu per le Calabrie spedito a rappresentare le veci della Sovranità il Maresciallo D. Francesco Pignatelli. […]»
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