«LA LAGRIMEVOLE SORTE DELLA CALABRIA ULTERIORE» E L’ISTITUZIONE DELLA CASSA SACRA

Alle scosse del 5 e del 6 febbraio segue uno sciame sismico molto intenso, una vera e propria crisi sismica senza precedenti, destinata a protrarsi per anni e che ha i suoi momenti più acuti in tre scosse verificatesi sempre nel 1783 a poca distanza l’una dall’altra: alle 13:10 del 7 febbraio si registra una scossa del decimo grado della scala Mercalli con epicentro a Gerocarne, presso Vibo Valentia; all'01:40 del 1° marzo si registra un’altra scossa del nono grado con epicentro a nord di Pizzo Calabro e alle 18:55 dell’8 marzo una nuova scossa del decimo grado con epicentro a sud di Squillace, presso Catanzaro, fa tremare la terra. 

Intanto da Napoli si corre ai ripari. Alle prime notizie vaghe e frammentarie che non avevano consentito di comprendere appieno la gravità della situazione, hanno fatto seguito le notizie di prima mano fornite dall’equipaggio della «Santa Dorotea» giunta dal porto di Messina. «Sire, la Calabria è in ginocchio» ha riferito a Ferdinando IV l’equipaggio della fregata. E il Re invia subito nei territori dei suoi domini colpiti dal terribile flagello il nobile campano nonché maresciallo di campo Francesco Pignatelli nella veste di suo vicario generale con poteri di alter ego .

«L'annunzio della fatale sventura pervenne assai presto appiè del Trono; […] si credette da prima che dovessero solo compiagnersi i disastri dell'infelice Messina; ma, per colmo di pena, tosto si uscì d'inganno, e si venne a scoprire tutta la lagrimevole sorte della Calabria ulteriore. […] In tale durissimo stato di cose il cuore di Ferdinando IV, nostro adorabile Re, e Signore, sentì tutto il peso dell'acerbo fato, col quale morte crudele dal suo paterno seno tanti diletti figli ne scelse; e di preziose lagrime ne onorò la perdita, e la memoria. L'Augusta Maria Carolina d’Austria, nostra graziosissima Regina, provò tutto l'affannoso tormento di sventura sì grave, e presa da' sentimenti della più bella pietà, sollecita accorse intorno al Trono a proteggere la dura sorte de' miseri, e de' languenti. […] Fu per le Calabrie spedito a rappresentare le veci della Sovranità il Maresciallo D. Francesco Pignatelli. […]»

Raggiunte le zone terremotate Pignatelli si rende subito conto della gravità della situazione e comunica al Re che la ricostruzione nei territori colpiti dal terribile flagello avrà costi altissimi. Lo stesso Pignatelli propone di reperire gli ingentissimi fondi necessari per finanziare la ricostruzione attingendo al patrimonio degli ordini religiosi esistenti in Calabria che dovrà essere incamerato e venduto. Il Re approva questa proposta di Pignatelli. Così il 29 maggio 1784 sono soppressi tutti monasteri e i conventi con meno di dodici individui e i loro beni sono incamerati. Il successivo 4 giugno è istituita la Cassa sacra col compito di amministrare i beni incamerati al fine di finanziare la ricostruzione.


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