L’UNIONE FA LA FORZA: LA RICOSTRUZIONE DELL’ARCIPRETALE DI FIUMARA DI MURO

la pianta visualizza il territorio di Fiumara di Muro
ed è realizzata a china con la tecnica del tratteggio parallelo
e con tratteggi più ravvicinati che creano effetti di luci ed ombre
e aumentano la densità



Tra i territori più colpiti dai «tremuoti» del 1783 c’è Fiumara di Muro dove, assieme a molte case degli abitanti più umili dediti per lo più alla coltivazione di piccoli orticelli e all’allevamento di qualche capra, crolla rovinosamente anche l’Arcipretale intitolata all’Immacolata Concezione che sorgeva nel rione Terra. Stessa sorte tocca alla chiesa filiale del Carmine, nel rione San Nicola. Resta invece in piedi e pienamente agibile la chiesa filiale di San Rocco, nel rione Tre rupi detto volgarmente Tre Lupi. Non essendoci altra soluzione i fedeli dell’Arcipretale prima costruiscono una baracca dove il loro Arciprete possa continuare a celebrare messa e poi, inattesa della riedificazione dell’Arcipretale, si rassegnano di malavoglia a confluire temporaneamente nella Chiesa filiale di San Rocco. Si legge infatti in una Memoria conservata presso l’ASDRB:

«La situazione naturale del Comune è ben conosciuta,che sia incomoda, scoscesa, smembrata, ed alpestre; e ciò non d’avvenimenti fisici, che avrebbero potuto di tempo in tempo naturalmente accadere, ma dalla sua originale fisica costituzione, ab immemorabili ritrovasi. […] Dal tremoto del 1783, distrutta col Castello la Chiesa Arcipretale, e rimasto il Comune ancora dal Tremoto afflitto, passare convenne e provvisoriamente prima in una baracca, ed indi nella Chiesa alla Congregazione di S. Rocco spettante, che la sola, fra l’altre , dalle rovine è rimasta atta al rimedio»


Gli anni, però, trascorrono invano e della ricostruzione dell’Arcipretale nessuno parla più. Solo i fiumaresi del rione Terra continuano a chiedere a gran voce che l’Arcipretale venga ricostruita nello stesso luogo in cui sorgeva prima dei terremoti e non si rassegnano all’idea di emigrare come si vorrebbe loro imporre. Nel frattempo, peraltro, donna Teodora Ruggiero, fiumarese benestante, ottenuta l’autorizzazione con dispaccio reale del 27 agosto 1796, aveva fatto una donazione che aveva permesso di ampliare la Chiesa di San Rocco per consentire di ricevere anche i fedeli dell’Arcipretale. Dopo quindici lunghi anni alla fine a spuntarla sono i fiumaresi del rione Terra che il 24 marzo 1798 ottengono dal Re il permesso di ricostruire l’Arcipretale a loro spese, a poca distanza dai ruderi della vecchia Arcipretale. Nel 1836, però, l’Arcipretale è ancora in costruzione come dimostrato da un sopralluogo effettuato il 13 luglio di quell’anno. 


Ancora oggi i ruderi dell’Arcipretale di Fiumara sono testimonianza di una comunità che non si arrende, di una comunità che difende le proprie radici e che, unendo le proprie forze, “vince”. Una testimonianza importante questa che ci giunge dal nostro passato comune e, soprattutto, una lezione di cui fare tesoro.

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